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Il Sole-24ore, 21 luglio 2019
Il Sole-24ore, 29 dicembre 2019 Versione lievemente modificata del contributo alla miscellanea in onore di Bruno Moretti "Esercizi di fantalinguistica", a c. di E. Krakenberger, A. Kiunz, S. Natale, Pacini, Lucca 2019.
Il volume si prefigge di definire il concetto di Intercomprensione e delle sue principali ricadute scientifiche e didattiche in Italia e in ambito internazionale. Nella prima parte, ipotizzando che la didattica dell’IC si configuri come un vero e proprio campo, con forze in gioco, interessi, attori, capitali culturali e simbolici peculiari, gli autori si interrogano sulle trasformazioni che l’azione educativa subisce nel passaggio dal tradizionale binomio lingua madre-lingua straniera alla presenza di più lingue in simultanea. A questo scopo sono state utilizzate le categorie educative già elaborate da Robert Galisson per descrivere un modello concettuale di riferimento della Didattica generale delle lingue-culture, che contempla un livello macro-istituzionale, un livello istituzionale locale, l’oggetto di insegnamento, con le discipline scientifiche di riferimento e gli attori della situazione di apprendimento-insegnamento. Si analizzano poi alcuni documenti europei che negli ultimi anni hanno promosso un’educazione plurilingue, e le loro eventuali ricadute sulle politiche educative dei diversi paesi europei; si offre infine una rassegna delle diverse definizioni di IC in ambito didattico, la cui molteplicità da una parte rivela il fatto che si tratta di un concetto ancora in via di stabilizzazione, dall’altra testimonia della sua produttività. La prima parte si conclude con una riflessione sui principi di tensione (Dahlet, 2008) generati dal plurilinguismo, sia individuale sia sociale e sul ruolo che le istituzioni educative possono (o piuttosto devono) svolgere per difendere i diritti linguistici di tutti, promuovendo così la coesione e l’integrazione sociale (Byram & Beacco, 2003). La seconda parte raccoglie alcune delle diverse voci internazionali dell’Intercomprensione, presentando contributi di autori provenienti da diversi contesti linguistici e culturali (Francia, Germania, Italia, Portogallo, Romania, Spagna) che dimostrano quanto ampio sia il panorama intercomprensivo in termini di studi e ricerche di riferimento, lingue coinvolte, metodi adottati, progetti svolti, pubblici interessati, strumenti e materiali utilizzati e di quanto sia possibile integrare la didattica dell’Intercomprensione con altri approcci plurali.
Il Sole-24ore, 8 settembre 2019
Il Sole-24ore, 10 maggio 2020
2019 •
This essay offers an overview of the relationships that connect the Italian and Latin lexicon, highlighting the peculiarity of the Italian language in the context of Romance languages. The phonological proximity of Tuscan to Latin has favored the insertion of a vast number of learned words, creating a latinization of the Italian lexicon to an extent that is greater than for any other Romance language. In the formation processes of the Italian language, the influx of learned words played a role no less important than that played by the entry of popular words. Hereditary words are more rooted in areas of daily life and material culture; Latinisms have left a greater imprint on the abstract intellectual lexicon and have been of fundamental importance in the constitution of an international scientific lexicon, but they also deeply pervade the basic vocabulary. The language of ancient Rome has left its mark on the European lexicon because it was also the medium for introducing a conspicuous number of Greek words into Romance and non-Romance languages. Within Italian language, popular words and learned words are not two rigidly separated blocks: the linguistic reality, in fact, turns out to be more complex than these schematic distinctions because of the continuous relationship of interchange between the two nuclei traditionally identified with the learned and popular labels. The creation of a third category, that of half-learned words, only apparently solves the problem and confirms that the popular tradition and the learned tradition are clearly not separate channels. The essay highlights how the interweaving of words of different origin gives life in Italian to complex families of words, each of which presents a different story that is the result of crossings and migrations from one language to another. In particular, the study focuses on the analysis of a high number of allotropes, whose historical path, semantic development and phonetic evolution are outlined. Ample space is dedicated to the characters and phenomena of the Vulgar Latin lexicon: the loss of the less common synonyms, the disappearance of homophones, the replacement of short words with longer words or of generic words with specific and expressive words or of single words with syntagms, the substitution of diminutives for basic forms or frequentative and intensive verbs for simple verbs, semantic broadening and narrowing, and the coining of new verbs. A linguistic revolution of this magnitude was favored by the advent of Christianity: a religion that made the primacy of the least important person one of the cornerstones of its message, and which therefore operated a complete reversal of the social hierarchy could not fail to adopt a sermo humilis that was close to the language of the people and was thus easily understood by the faithful masses. The influence of Christianity is investigated through the examination of three guiding threads: Hebrew words that entered Christian Latin through Greek; words of Christian Latin derived from Greek; and semantic changes in Christian Latin. In this excursus the contribution of Latin to Italian is observed through the visual angle of words, of which historical events are reconstructed in an imaginary journey from the past to the present.
Questa tesi di laurea scaturisce da una riflessione sul rapporto tra la lingua e gli esseri viventi. Leggendo materiale relativo alla nomenclatura scientifica, mi ha sempre colpito la discrepanza che spesso esiste tra il nome volgare di una specie e quello scientifico. I nomi scientifici infatti sono universali poiché riflettono una visione della natura di tipo sistematico. I nomi comuni no, e infatti si presentano assai più confusi e farraginosi. Questo è vero in modo particolare per nomi con uguale etimologia ma dal significato differente. Nel corso delle mie ricerche sulle varietà tradizionali di ortaggi sono stato colpito dalle continue ricorrenze di alcune parole simili ma con significati diversi, pur rimanendo in campi semantici contigui. Termini come l’italiano cetriolo e il francese citrouille, ad esempio, appaiono tanto simili foneticamente quanto sono differenti le caratteristiche dei frutti a cui si riferiscono. Indagando ulteriormente, mi sono reso conto che il rapporto tra le ortive da frutto e il proprio nome non è lineare ma è piuttosto intricato. Ho così deciso di scrivere questo testo nel tentativo di districare questo cespuglio. Il capitolo I di questa tesi di laurea delinea le differenze generali tra la classificazione scientifica degli esseri viventi e le classificazioni popolari. Dopo una parentesi storica volta alla comprensione delle dinamiche storiche che hanno permesso alla sistematica di inserire in categorie sempre più coerenti le specie viventi che popolano il nostro pianeta, vengono illustrate analogie e differenze tra la visione scientifica del mondo e quelle differenti e discordanti che traspaiono dagli usi linguistici dei diversi popoli della Terra. Il discorso si concentra poi sulle dinamiche che influiscono nell’attribuzione di nomi agli esseri viventi. A questo punto vengono discusse le possibili classificazioni popolari delle piante commestibili e infine degli ortaggi. Nel capitolo II, dopo alcune premesse sull’area di indagine, vengono illustrate le principali ortive da frutto seguendo la classificazione scientifica attuale e descrivendo per ognuna le caratteristiche botaniche che la contraddistinguono e i termini con cui viene identificata nelle lingue dell’Europa occidentale. Il capitolo III è dedicato all’indagine nel dettaglio degli etimi relativi alle ortive da frutto incontrati nell’esposizione del capitolo precedente, disposti in un ordine coerente dal punto di vista storico. Ogni etimo viene quindi analizzato a partire dal suo significato originario per comprendere le dinamiche di fondo che hanno causato la diffrazione semantica. Al fine di una migliore contestualizzazione, nell’analisi sono inoltre considerati fattori di natura fonetica, storica, agronomica e botanica. Il capitolo IV vuole essere una sintesi relativa ai risultati emersi dall’indagine etimologica, in particolare riferimento al rapporto tra la classificazione scientifica e i cambiamenti semantici occorsi nei nomi delle ortive da frutto in Europa occidentale.
Revista Transilvania
Tehnici digitale pentru analiza romanului românescLanguage Arts Journal of Michigan
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Catalytic Methanation of CO and CO2 in Coke Oven Gas over Ni–Co/ZrO2–CeO22013 •
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Dělej něco! České a slovenské fanziny a budování alternativních scén2022 •
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Tarōbō by Rohan Koda: translated into English by Tsutomu Nagata2018 •
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Risk factors for herpes simplex virus epithelial keratitis recurring during treatment of stromal keratitis or iridocyclitis. Herpetic Eye Disease Study Group1996 •
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Tensions between resource perspectives and trends in the design and dissemination of digital resources2017 •
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Olive mill wastewater integrated purification through pre-treatments using coagulants and biological methods: Experimental, modelling and scale-up2019 •
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Pattern of utilization of blood and blood components in obstetrics at tertiary care hospital2017 •
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Extended diversity analysis of cultivated grapevine Vitis vinifera with 10K genome-wide SNPs2018 •
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One-step synthesis of monodisperse water-soluble ‘dual-responsive’ magnetic nanoparticles2007 •
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Attenuation of electromagnetic radiation in Nuclear Track Detectors2021 •